Nelle scorse settimane sono giunti gli ultimi carichi, in anticipo rispetto all'obiettivo dichiarato di diventare 'palm oil free' entro fine 2022.
Le due bioraffinerie Eni sono già oggi alimentate con materie prime 'waste & residue' - scarti e residui di lavorazione, come gli oli esausti di cucina e i grassi animali - per più dell'85%, e con altre biomasse regolamentate dalle normative europee e nazionali vigenti.
Dal Kenya a novembre arriverà a Gela il primo carico di olio vegetale prodotto nell'agri-hub di Makueni, dove avviene la spremitura di sementi di ricino, di croton e di cotone, gli agri-feedstock di produzione Eni che non sono in competizione con la filiera alimentare, coltivati in aree degradate, raccolti da alberi spontanei o risultanti dalla valorizzazione di sottoprodotti agricoli.
A questi, la cui produzione arriverà a 2.500 tonnellate di olio entro la fine del 2022 e 20.000 tonnellate nel 2023, si aggiunge la raccolta di scarti e residui, tra cui gli oli vegetali esausti raccolti in Kenya.
I primi carichi sono in arrivo in Italia e si prevede ne arrivino fino a 5.000 tonnellate nel 2023.
Le bioraffinerie Eni producono biocarburanti idrogenati Hvo destinati, in purezza o miscelati, alle motorizzazioni diesel, bionafta per la filiera della chimica, biogpl e biojet per il trasporto aereo.
L'Hvo può essere utilizzato anche puro in tutte le motorizzazioni omologate e consente di abbattere le emissioni di Co2 tra il 60 e il 90% rispetto al mix fossile di riferimento.
Eni ha annunciato lo studio per la possibile realizzazione di una terza bioraffineria a Livorno.
✶ ✶ ENI
Prezzo 12,9 €
PE 12m 4,9
Dividendo 6,77%
PB 0,90
Rendimento fondamentale 12,78%
Target corretto 11,9 €
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